
Con il parere favorevole del comitato tecnico regionale per la valutazione di impatto ambientale e l’autorizzazione ad utilizzare la seconda vasca per il conferimento dei rifiuti, si stanno risolvendo tutte le criticità del consorzio CIVETA.
Il fallimento del CIVETA avrebbe prodotto una grave emergenza ambientale e portato al dissesto finanziario i Comuni economicamente più deboli, soci del consorzio.
Il lavoro scrupoloso fatto dal nuovo consiglio di amministrazione, la sensibilità dell’assessore regionale Daniela Stati e l’assunzione di responsabilità da parte della conferenza dei sindaci, hanno salvato il CIVETA che è assolutamente strategico per questo territorio.
Passaggio cruciale di questo salvataggio è stata la stipula del protocollo d’intesa tra la Regione e il consorzio con il quale si sono poste le basi per migliorare i servizi di trattamento e per ripianare i debiti.
Il CIVETA è stato salvato dal nuovo c.d.a., dall’assessore Stati e dalla conferenza dei sindaci con i quali hanno collaborato, con professionalità, gli organismi tecnici della Regione e del consorzio.
Quelli che oggi cercano di ergersi a paladini del risanamento sono i veri responsabili dei guai fino ad ora sopportati.
Non comprendiamo la polemica innescata dal consigliere regionale Tagliente il quale avrebbe fatto meglio a pagare i debiti che il CIVETA vanta nei confronti del Comune di Vasto risalenti al periodo in cui lui era sindaco.
Si levano altre voci da parte di chi è responsabile della mancanza di un piano industriale ed è responsabile di aver usato il consorzio come casa propria senza verificare se le assunzioni rispondevano a necessità operative o ad altre logiche.
Nel merito occorre rilevare che il CIVETA ha una doppia funzione.
La prima è quella di provvedere allo smaltimento e recupero, nonché alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani; tale attività viene espletata per tutti i soci che sono gli otto Comuni costieri e le due Comunità Montane alte e medio vastese.
La seconda funzione è quella della raccolta rifiuti per conto dei Comuni; tale attività viene espletata solo per i Comuni di San Salvo, Cupello, San Buono e Gissi.
Sulla raccolta dei rifiuti a San Salvo si è innescata ad arte una polemica senza senso che va comunque chiarita.
Il sistema attuale, a San Salvo, prevede la raccolta porta a porta soltanto per il centro storico, mentre prevede il normale sistema di raccolta per il resto della città.
Il CIVETA è disponibile a continuare il servizio per un compenso annuo di circa €1.300.000, mentre ha comunicato di non essere organizzato per effettuare il servizio in modo diverso.
Il Comune di San Salvo ha, però, deciso di estendere il sistema di raccolta porta a porta a tutta la città con esclusione della zona industriale e del lungomare.
Per tale affidamento ha indetto una gara europea di evidenza pubblica alla quale chiunque abbia i titoli può partecipare.
La somma a base d’asta è stata stabilita in € 1.500.000,00.
Il raggiungimento del 60% della raccolta differenziata giustificherebbe da sola un’eventuale aumento dei costi, pur tuttavia, con il ribasso d’asta e con i minori costi di conferimento si potrà mantenere lo stesso impatto economico.
Quello che non può essere e non verrà mai accettato è la polemica becera e strumentale da parte di chi ieri diceva che parte delle difficoltà del CIVETA dipendevano dal contratto di igiene urbana stipulato con il Comune di San Salvo ed oggi che si è deciso di ricorrere a gara sostiene che San Salvo ha abbandonato il CIVETA.
L’amministrazione comunale ritiene che il CIVETA sia una grande risorsa per il territorio, sul piano ambientale e su quello economico, che và difeso, in ogni occasione e con atti concreti.
Il Comune di San Salvo non intende spendere, come è sua abitudine, neanche un centesimo oltre il giusto compenso per avere un servizio di qualità, di contro non esiterà a denunciare qualsiasi azione che vada a vantaggio di pochi ed a discapito della collettività.
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