
Anche le 'ndoccie di Agnone, le farchie di Tufillo e Montefalcone, Lu foche sande di Dogliola costituiscono l'eredità di culti ancestrali tributati a Demetra, divinità terrestre, oppure ad Herentas, la Venere italica, e pervenuti indenni attraverso i secoli fino ai nostri giorni. Ma a San Salvo c'è qualcosa in più, perché nella notte del 20/21 dicembre 1745, provenienti da Roma, giunsero nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe le reliquie (donate dal papa Benedetto XIV) di San Vitale martire, che da allora sarebbe divenuto il Santo Patrono e Protettore della nostra città.
Un momento, dunque, doppiamente magico per i salvanesi che, nel fuoco, ogni anno vanno a cercare il filo che lega il passato al presente, a riconciliarsi con il mondo e a ritrovare, in definitiva, se stessi.
La tradizione vuole che la legna per il fuoco di San Tommaso sia donata dalle stesse famiglie cittadine: un segno di partecipazione e di spirito collettivo che poi produce la festa, momento di gioia che nasce da una rinnovata fiducia nel futuro.
Giovanni Artese
Un momento, dunque, doppiamente magico per i salvanesi che, nel fuoco, ogni anno vanno a cercare il filo che lega il passato al presente, a riconciliarsi con il mondo e a ritrovare, in definitiva, se stessi.
La tradizione vuole che la legna per il fuoco di San Tommaso sia donata dalle stesse famiglie cittadine: un segno di partecipazione e di spirito collettivo che poi produce la festa, momento di gioia che nasce da una rinnovata fiducia nel futuro.
Giovanni Artese
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