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lunedì 4 maggio 2009

La Vasto del futuro bisogna pensarla fin d'ora

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Le Amministrazioni comunali succedutesi alla guida di Vasto, a parte qualcuna, hanno pensato per lo più all’ordinaria manutenzione ed alle piccole opere pubbliche di valorizzazione. Qualcuna, addirittura, né alla manutenzione, né alle opere pubbliche. Ma c’è una politica diversa per Vasto ed il territorio, a cui nessuno, o quasi, ha messo mano. Quella dello sviluppo del Vastese, partendo, appunto, dalla città ‘capofila’, se così la si può chiamare, ovvero Vasto. Questioni riguardanti le industrie, l’artigianato, lo sviluppo della pesca, delle tradizioni e la stessa espansione di Vasto, non sono mai nella testa dei nostri amministratori. L’ampliamento del porto, un piano regolatore per la costa, l’individuazione di un’area industriale unica da sviluppare. Il turismo tutto l’anno. La costruzione, e riguarda quest’ultimo tema, di un Pala congressi, di un’area congressi, addirittura di una fiera, non è mai passata per la testa di quelli che oggi stanno amministrando Vasto? Città come Lanciano, seppure in piccolo, l’hanno fatto! Seppur con un territorio ‘sfigato’, per dirla volgarmente, e molto ristretto. Se vogliamo ravvivare la nostra città, e con questa l’economia della nostra Vasto, occorre essere lungimiranti e progettare una città che possa essere d’attrattiva e che possa catalizzare l’attenzione di turisti nel periodo estivo, e di altri soggetti economici durante tutto l’arco dell’anno. E l’Università? Un’ottima soluzione per far girare l’economia della città, con studenti che frequentano locali e che affittano appartamenti. Insomma, andando punto per punto, ci vuole una scossa tra la classe dirigente politica della nostra città. Ci vogliono persone competenti e lungimiranti. Bisogna pensare ad un’area industriale che comprenda Vasto e gli altri paesi del comprensorio ove ‘piazzare’ le industrie del Vastese. Bisogna pensare a sfruttare le risorse quali il mare per incrementare la pesca ed essere ‘leader’ della costa adriatica. Bisogna preservare le tradizioni della nostra città e del territorio circostante, come prodotti tipici, usi, costumi e rievocazioni storiche che possano catalizzare a sé i turisti. Bisogna pensare all’ampliamento della nostra città, nel territorio in cui è possibile. C’è un porto, il nostro, con grosse potenzialità ma sfruttato al minimo sia dal punto di vista commerciale, che turistico. E perché lasciare la costa all’abbandono o nelle mani di pochi costruttori-speculatori? Non sarebbe indispensabile forse stilare un piano regolatore costiero che permetta lo sviluppo di Vasto anche nella zona del porto e di tutto il tratto di mare con costruzioni basse, che rispettino la natura e che possano essere il volano dello sviluppo turistico vastese? Con un porto che non sia alla periferia ma al centro della città? E poi Vasto non può vivere solo tre mesi all’anno. Occorre qualcosa che la faccia diventare la città attorno alla quale far girare l’economia se non abruzzese, almeno del Vastese. Vasto ha un territorio ampio, e qualcosa che possa farci venire gente tutto l’anno può essere un centro termale, ma meglio ancora un’area fiera e congressi con strutture coperte e scoperte nelle quali dar vita a fiere, manifestazioni politiche e non , concerti, mostre, etc. L’università, poi, può essere un’attrattiva per i giovani che sceglierebbero Vasto come città studi e come città di vacanze d’estate. E tutto questo non è impossibile. Altri paesi, altre città, l’hanno fatto. Pensate a realtà come Pescara, magari più grandi, e realtà piccole come Castiglione Messer Marino che con un piccolo Palaghiaccio sono riuscite a cambiare l’economia del Paese. Tanto per rimanere nel nostro territorio. Possibile che noi non siamo capaci? Non ci credo! Se solo Vasto avesse una classe politica lungimirante…
Marco di Michele Marisi

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