Si chiama "Crash" l'operazione della Polizia di Stato di Vasto che si è conclusa con l'emissione di cinque ordini di custodia cautelare in carcere, quattro indagati e rilevante materiale illegale sequestrato.
I reati contestati nell'ambito dell'associazione sono estorsione, lesioni personali, sfruttamento della prostituzione, minacce aggravate.
Per gli agenti del commissariato di Vasto , che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip del Trinunale di Vasto, Caterina Salusti, su richiesta del pubblico ministero, Giancarlo Ciani, si trattava di una banda vera e propria, capeggiata da Giuseppe Ventrella, 49 anni, composta dal figlio di questi, Ruggiero, 25 anni, dal padre della convivente di Giuseppe Ventrella, il romeno Petrica Caldaras, 53 anni, da Wladimiro Jarj Pellerani, 26 anni, nato ad Atessa, ma residente a Vasto e da Luigi D'Adamo, 45 anni, di Vasto.
Secondo l'accusa, così come affermato stamane in una conferenza stampa dal questore di Chieti, Alfonso Terribile e dal dirigente il commissariato di Vasto, Cesare Ciammaichella, i cinque avrebbero messo in piedi un'associazione di tipo delinquenziale dedita alle estorsioni, alle rapine e al traffico di droga.
Il livello stava per innalzarsi anche allo sfruttamento della prostituzione. Con minacce la banda recuperava crediti, anche per conto terzi, ricorrendo pure alla forza, con l'uso di katane, quattro delle quali scoperte e sequestrate stamani, nel corso delle perquisizioni domiciliari.
Con le spade gli agenti hanno sequestato anche un'accetta, un bastone telescopico, una carabina ad aria compressa, tre bilancini di precisione, 3 grammi di cocaina e 2 di hashish.
Secondo Ciammaichella e il questore, il modo di agire della banda era particolarmente feroce, con pesanti intimidazioni anche nei confronti degli agenti del commissariato di Vasto, così come emerso dalle intercettazioni telefoniche.
Nessuna delle vittime pestate da alcuni degli arrestati aveva mai fatto ricorso alle cure dell'ospedale di Vasto, per paura di dove denunciare gli aggressori.
Secondo gli investigatori il giro complessivo di denaro accertato e relativo alle sole estorsioni sarebbe di circa 50 mila euro.
Nelle indagini, durate sei mesi, sono coinvolte altre quattro persone residenti a Vasto, indagate per gli stessi reati, tre uomini e una donna, quest'ultima convivente di Giuseppe Ventrella, con precedenti penali. Agli arrestati, tutti in carcere a Vasto, il Gip ha vietato i colloqui con gli avvocati per cinque giorni.
"La dimostrazione - ha detto il questore di Chieti - della pericolosità sociale del gruppo smantellato dagli agenti del commissariato di Vasto".
da abruzzo.web
Leggi tutto....
I reati contestati nell'ambito dell'associazione sono estorsione, lesioni personali, sfruttamento della prostituzione, minacce aggravate.
Per gli agenti del commissariato di Vasto , che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip del Trinunale di Vasto, Caterina Salusti, su richiesta del pubblico ministero, Giancarlo Ciani, si trattava di una banda vera e propria, capeggiata da Giuseppe Ventrella, 49 anni, composta dal figlio di questi, Ruggiero, 25 anni, dal padre della convivente di Giuseppe Ventrella, il romeno Petrica Caldaras, 53 anni, da Wladimiro Jarj Pellerani, 26 anni, nato ad Atessa, ma residente a Vasto e da Luigi D'Adamo, 45 anni, di Vasto.
Secondo l'accusa, così come affermato stamane in una conferenza stampa dal questore di Chieti, Alfonso Terribile e dal dirigente il commissariato di Vasto, Cesare Ciammaichella, i cinque avrebbero messo in piedi un'associazione di tipo delinquenziale dedita alle estorsioni, alle rapine e al traffico di droga.
Il livello stava per innalzarsi anche allo sfruttamento della prostituzione. Con minacce la banda recuperava crediti, anche per conto terzi, ricorrendo pure alla forza, con l'uso di katane, quattro delle quali scoperte e sequestrate stamani, nel corso delle perquisizioni domiciliari.
Con le spade gli agenti hanno sequestato anche un'accetta, un bastone telescopico, una carabina ad aria compressa, tre bilancini di precisione, 3 grammi di cocaina e 2 di hashish.
Secondo Ciammaichella e il questore, il modo di agire della banda era particolarmente feroce, con pesanti intimidazioni anche nei confronti degli agenti del commissariato di Vasto, così come emerso dalle intercettazioni telefoniche.
Nessuna delle vittime pestate da alcuni degli arrestati aveva mai fatto ricorso alle cure dell'ospedale di Vasto, per paura di dove denunciare gli aggressori.
Secondo gli investigatori il giro complessivo di denaro accertato e relativo alle sole estorsioni sarebbe di circa 50 mila euro.
Nelle indagini, durate sei mesi, sono coinvolte altre quattro persone residenti a Vasto, indagate per gli stessi reati, tre uomini e una donna, quest'ultima convivente di Giuseppe Ventrella, con precedenti penali. Agli arrestati, tutti in carcere a Vasto, il Gip ha vietato i colloqui con gli avvocati per cinque giorni.
"La dimostrazione - ha detto il questore di Chieti - della pericolosità sociale del gruppo smantellato dagli agenti del commissariato di Vasto".
da abruzzo.web