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giovedì 21 luglio 2011

L'ULTIMO SALUTO AL MINISTRO REMO GASPARI: PER MONSIGNOR FORTE L'ABRUZZO GLI DEVE MOLTO

Ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio c’era una bandiera della Dc. E non un vessillo qualsiasi, ma un drappo storico: quello che nel 1946 sventolava per festeggiare la vittoria democristiana e del suo, allora, giovane politico più promettente in Abruzzo. L’orgoglio democristiano si è risvegliato oggi a Chieti per ricordare Remo Gaspari, morto a 90 anni nella sua Gissi (Chieti). Il leader assoluto della Dc abruzzese, e ministro in tutti governi a guida democristiana o di coalizione dagli anni '60 fino alla fine degli '80, è stato salutato con una messa solenne nella cattedrale di San Giustino. Intorno alla bara di zio Remo (come lo chiamavano gli abruzzesi) si sono stretti centinaia di suoi corregionali e da tanti ex del partito.

Alla messa, officiata dall’arcivescovo Bruno Forte, hanno partecipato il senatore a vita Emilio Colombo e il senatore Franco Marini. Insieme a loro il ministro Gianfranco Rotondi, il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, con il segretario di partito, Lorenzo Cesa. Presente anche il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta. Poi, il presidente della Regione Gianni Chiodi e il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, i senatori abruzzesi Fabrizio Di Stefano e Giovanni Legnini, il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni, presidenti delle Province di Chieti e Pescara, oltre al sindaco di Chieti e di molti altri comuni abruzzesi. Oltre ai politici, tanti vecchi militanti della Dc, come Gabriele Piermattei, segretario della sezione Dc di Catignano (Pescara), che ha adagiato la bandiera democristiana del ’46 sulla bara di Gaspari.

"Remo Gaspari lascia il vuoto di un politico che si è impegnato con sobrietà personale per il bene comune e come tale è un esempio, uno stimolo anche ai politici di oggi", ha detto monsignor Forte, prima del rito funebre. L’arcivescovo di Chieti ha poi aggiunto: "L'Abruzzo gli deve molto e questo è riconosciuto da tutti, anche da quelli che sono stati i suoi oppositori. L'affidiamo alla bontà e alla misericordia di Dio, ma ringraziamo anche il Signore di avercelo dato, perché senza di lui l'Abruzzo non avrebbe conosciuto lo sviluppo nei decenni appena passati".

Mentre si officiava il rito funebre la città si è fermata. Il Duomo non è stato in grado di accogliere tutti i presenti. In centinaia hanno invaso la piazza antistante. Il feretro, seguito dal figlio Lucio, con la moglie e i familiari, è stato accompagnato più volte dagli applausi: all'uscita dalla camera ardente, all'arrivo in piazza San Giustino, all'ingresso e all'uscita dalla cattedrale di Chieti, dove un picchetto interforze ha reso gli onori militari. Ora l’ultimo viaggio di Gaspari che sarà sepolto nella tomba di famiglia, a Gissi.

da www.ilcentro.gelocal.it

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