Non luogo a procedere. Con questa formula il Gup del Tribunale di Vasto, Stefania Izzi, ha assolto il magistrato vastese Antonio La Rana e le altre 10 persone coinvolte in un filone d'inchiesta iniziato a Bari e successivamente trasferito in parte a Vasto.
Gli imputati - Nella vicenda giudiziaria erano coinvolte 11 persone. Oltre a La Rana, a giudizio erano finiti Maria Rosaria Catania e Silvio De Vincentis (marito e moglie, entrambi cancellieri al palazzo di giustizia di via Bachelet), Ciro D'Augelli e Luigi Malandra (marescialli dei carabinieri), Piero Cunicella (investigatore privato), Gianni Petroro (imprenditore), Stefano Moretti (perito infortunistico), Giuseppe Forte (giornalista), Silvia Celenza (dipendente del Comune di Vasto) e Giuseppe Di Risio (appuntato in congedo dei carabinieri).
I capi d'imputazione - Le accuse, formulate a vario titolo, erano di favoreggiamento, rivelazione del segreto d'ufficio, accesso abusivo al sistema informatico del Tribunale di Vasto e calunnia.
La Rana, da poco nominato procuratore generale della Corte d'appello di Campobasso, esce definitivamente di scena dall'iter processuale iniziato nel 2004. Stesso discorso per le altre 10 persone coinvolte. Il primo luglio scorso La Rana era stato assolto a Bari dalle accuse di abuso d'ufficio e tentata concussione.
Oggi il definitivo proscioglimento, al termine di una lunga giornata, iniziata alle 9 con l'apertura dell'udienza e terminata alle 17,15 con la sentenza del Gup. Il procuratore capo, Francesco Prete, ha chiesto il non luogo a procedere riguardo al alcuni capi d'imputazione, il rinvio a giudizio per altri (due episodi contestati a La Rana) e costatato l'avvenuta prescrizione per altri ancora. Le 11 persone coinvolte erano difese dagli avvocati Pierpaolo Andreoni, Arnaldo Tascione, Giovanni Cerella, Marisa Berarducci, Vittorio Rizzi e Alessandro Orlando.
Alla lettura della sentenza, alcuni imputati sono scoppiati in lacrime.
vastoweb.com
Gli imputati - Nella vicenda giudiziaria erano coinvolte 11 persone. Oltre a La Rana, a giudizio erano finiti Maria Rosaria Catania e Silvio De Vincentis (marito e moglie, entrambi cancellieri al palazzo di giustizia di via Bachelet), Ciro D'Augelli e Luigi Malandra (marescialli dei carabinieri), Piero Cunicella (investigatore privato), Gianni Petroro (imprenditore), Stefano Moretti (perito infortunistico), Giuseppe Forte (giornalista), Silvia Celenza (dipendente del Comune di Vasto) e Giuseppe Di Risio (appuntato in congedo dei carabinieri).
I capi d'imputazione - Le accuse, formulate a vario titolo, erano di favoreggiamento, rivelazione del segreto d'ufficio, accesso abusivo al sistema informatico del Tribunale di Vasto e calunnia.
La Rana, da poco nominato procuratore generale della Corte d'appello di Campobasso, esce definitivamente di scena dall'iter processuale iniziato nel 2004. Stesso discorso per le altre 10 persone coinvolte. Il primo luglio scorso La Rana era stato assolto a Bari dalle accuse di abuso d'ufficio e tentata concussione.
Oggi il definitivo proscioglimento, al termine di una lunga giornata, iniziata alle 9 con l'apertura dell'udienza e terminata alle 17,15 con la sentenza del Gup. Il procuratore capo, Francesco Prete, ha chiesto il non luogo a procedere riguardo al alcuni capi d'imputazione, il rinvio a giudizio per altri (due episodi contestati a La Rana) e costatato l'avvenuta prescrizione per altri ancora. Le 11 persone coinvolte erano difese dagli avvocati Pierpaolo Andreoni, Arnaldo Tascione, Giovanni Cerella, Marisa Berarducci, Vittorio Rizzi e Alessandro Orlando.
Alla lettura della sentenza, alcuni imputati sono scoppiati in lacrime.
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