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giovedì 26 gennaio 2012

SCIOPERO TIR, FLI: "RAGIONI CONDIVISIBILI, PARTA DA VASTO L'AVVIO DI UN ATTIVO DIALOGO"

Una delegazione di Futuro e Libertà per l'Italia, capeggiata da Stefano Moretti, ha incontrato nella giornata di ieri gli autotrasportatori nella zona adiacente il casello autostradale di Vasto Sud. Sono state ascoltate le loro dettagliate istanze e, condividendo le ragioni della protesta, la sezione locale del partito si è attivata contattando i vertici nazionali.
L'on. Daniele Toto, vice-coordinatore nazionale di FLI nonché capogruppo alla commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ha dato la sua immediata disponibilità ad incontrare la delegazione di autotrasportatori abruzzesi. Nelle prossime ore è nostra intenzione ascoltare anche i dimostranti della Val di Sangro e di Ortona in modo da coinvolgerli al fine di
organizzare un sereno incontro già all'inizio della settimana prossima.Nel frattempo apprendiamo che il governo Monti ha programmato la riduzione dei pedaggi autostradali per l’autotrasporto e rimborsi più celeri per recuperare i soldi spesi dai lavoratori a causa delle accise sui carburanti.
«L'impegno del governo - ha affermato il coordinatore cittadino di Futuro e Libertà Giuseppe La Rana - dovrebbe essere di circa 170 milioni di euro. Ma sono interventi non sufficienti. L’esecutivo, per andare incontro agli autotrasportatori, agli agricoltori, ai pescatori e ai commercianti, deve abbassare il costo del carburante. Il movimento di protesta pone una domanda di tipo sociale a tutto il Paese: purtroppo, però, non possiamo trascurare che il blocco ad oltranza sta causando un danno economico che ammonta a diversi milioni di euro al giorno. Sembra altresì assurdo che - per avere una risposta dal governo - gli autotrasportatori abbiano dovuto incrociare le braccia per giorni dopo aver bloccato intere regioni e creato disagi a tutto il Paese. Auspichiamo comunque che da Vasto parta un sereno confronto che – nell'interesse delle categorie – riporti gli italiani ad una condizione di vivibilità proporzionata al momento economico che stiamo vivendo. Il danno causato da questa protesta - conclude La Rana - non deve diventare il biglietto da visita per l'avvio di una rinegoziazione con l'esecutivo del Paese».

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