Dopo una cena in famiglia, Di Tullio ha salutato tutti intorno alle 23 e si e' allontanato a bordo di un Opel Corsa bianca. Questa mattina il ritrovamento del cadavere da parte del nipote, che verso le 5 stava iniziando a lavorare con un trattore nel vigneto vicino.
Intorno nessuna abitazione, solo una rimessa agricola apparentemente disabitata e la macchina parcheggiata sul ciglio della strada. Una volta colpito, Di Tullio avrebbe compiuto pochi passi prima di cadere faccia a terra sotto un ulivo. Nei pressi del cadavere la decina di pannocchie, raccolte poco prima di morire tra le piante alte all'incirca un metro e ottanta. I soccorsi non sono stati allertati, dunque e' probabile che il bracconiere sia fuggito in preda al panico, dopo essersi reso conto che quello tra le piante non era un cinghiale ma un uomo. La caccia al cinghiale e' attualmente chiusa in provincia di Chieti ed e' per questo motivo che i bracconieri preferiscono le ore notturne e le zone isolate per cacciare di frodo. Domani l'autopsia chiarira' la causa del decesso, anche se dalla ricognizione cadaverica del medico legale Pietro Falco appare evidente la morte per dissanguamento: il colpo, entrato e uscito dalla gamba, avrebbe reciso l'arteria femorale. Di Tullio, vedovo da alcuni anni, lascia due figlie di 12 e 20 anni. Sull'accaduto indaga il sostituto procuratore della Repubblica di Vasto, Giancarlo Ciani e i carabinieri della compagnia di Ortona. Sul posto e' intervenuto anche il comandante provinciale dei carabinieri, Giuseppe Cavallari, insieme al capitano Gianfilippo Manconi.
AGI
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