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mercoledì 24 aprile 2013

E' MORTO TEODORO BUONTEMPO, IL PRESIDENTE DELLA DESTRA ERA DI CARUNCHIO

Un politico di razza, sempre a destra, che non mollò mai.
Teodoro Buontempo, 67 anni, era nato a Carunchio, in provincia di Chieti ed è morto questa notte alle 4.30 a Roma.
Con l'Abruzzo aveva un legame particolare. Aveva cominciato l'attività politica a Ortona, dove ha diretto le organizzazioni giovanili dell'Msi. In regione tornerà come commissario di Alleanza nazionale, dopo la morte di Nino Sospiri, avvenuta il 2 gennaio 2006.
Rimase in carica fino al congresso che elesse coordinatore regionale Fabrizio Di Stefano.
Tornando alla sua gioventù, a 22 anni si trasferisce a Roma dove partecipa alle lotte studentesche.
Dirigente della Giovane Italia, nel 1970 diventa il primo segretario del Fronte della Gioventù di Roma. È stato deputato in cinque legislature, sempre nelle file di An e poi della Destra, nonché per 16 anni consigliere comunale di Roma dal 1981 al 1997.
Dal dicembre 1993 al settembre 1994 ha ricoperto anche l'incarico di presidente del consiglio comunale. Nonostante la vicinanza a Gianfranco Fini, di cui in passato fu braccio destro, il 26 luglio 2007 annuncia la sua uscita da Alleanza Nazionale e partecipa alla fondazione della Destra di cui è presidente. Nel 2008 è stato candidato alla presidenza della provincia di Roma, di cui però poi divenne solo consigliere. Dal 2010, invece, è stato assessore alle Politiche per la casa durante la giunta Polverini alla Regione Lazio.
"La politica - disse molto tempo fa durante la presentazione di un suo libro sui 16 anni di vita politica in Campidoglio - per valere deve lasciare un segno tangibile, da consegnare alla storia". E lui, di segni tangibili, ne ha lasciati tanti con le sue battaglie politiche. Come quando, nell'estate del 1994 durante la giunta Rutelli, tenne un discorso di 28 ore filate in consiglio comunale durante una seduta sull'assestamento al bilancio.
"Er pecora", come era soprannominato, parlò ininterrottamente dalle 10 del venerdì alle 14:30 del giorno successivo, intervenendo su ogni singolo emendamento: quel giorno ne erano in programma 335.
"Per la voce mangio acciughe", informava i cronisti stupiti della sua maratona oratoria. O quell'altra, nel 1993, in cui si rifiuto' di lasciare l'Aula in seguito all'ennesima espulsione. Uscito dall'emiciclo si ancoro' all'orologio a pendolo nel settore della stampa. Nel 1991, quando era segretario provinciale dell'Msi-Dn, aiutato da altri missini staccò nottetempo la targa stradale di Palmiro Togliatti a Cinecittà, sostituendola con una con su scritto 'viale vittime del comunismo'.
Da deputato, nel 1995 conquistò il maggior numero di giorni di sospensione dall'attività parlamentare, quindici, per aver occupato l'emiciclo. Nel 2008, insieme a Daniela Santanchè, si fece chiudere dentro per protestare con Romano Prodi dopo le dimissioni di Clemente Mastella da ministro della Giustizia.
Per fare politica, ricordava, "venni a Roma e vivevo in una 500". La politica vera, quella di base, tra la gente e nelle sezioni. Buontempo per questo era stimato da tutti, camerati o compagni, amici o detrattori. Era considerato un 'pezzo' di politica romana, un pezzo di valore, che coniugava passione e onestà.
Un politico d'altri tempi ma sempre pronto a cogliere i tempi che cambiavano.

da abruzzoweb.it

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