noixvoi24

venerdì 5 giugno 2009

San Salvo: la nuova programmazione delle politiche sociali

Nei giorni scorsi, a San Salvo, si è tenuto un incontro tra gli operatori sociali del territorio, gli amministratori locali e i responsabili della nuova programmazione sociale della Regione Abruzzo con lo scopo di far emergere i nuovi bisogni rilevati nei vari enti d’ambito ed inserire queste istanze all’interno del nuovo piano sociale regionale.
Operatori sociali e responsabili d’ambito hanno rilevato un forte incremento di alcuni bisogni sociali, in particolare quelli degli immigrati e degli anziani. È stata evidenziata poi un’elevata richiesta di assistenza ai minori sia in ambito scolastico che extra-scolastico.
Durante l’incontro è emersa la mancanza di linee guida e la necessità di chiarimenti sulle modalità da adottare nella gestione della delicata fase di transizione che si prospetta: quella dell’integrazione tra distretti sanitari ed enti d’ambito sociale.
Molti rappresentanti di ambiti uni-comunali, hanno esternato le loro perplessità rispetto alla prospettiva di ampliare gli stessi enti includendo paesi limitrofi a centri di medio-grandi dimensioni per la ragione che avrebbero bisogni notevolmente differenti da gestire.
Infine, i rappresentanti delle aree montane hanno evidenziato la necessità di differenziare i “livelli essenziali di assistenza sociale”, che gli ambiti sono tenuti a garantire, tra le aree montane e metropolitane.
Durante il proficuo incontro sono anche state messe a confronto le migliori pratiche realizzate all’interno del programma “Equal - II fase” come il progetto “intTra” mirato all’inserimento lavorativo dei detenuti; il progetto “Patto per l’innovazione nell’economia sociale” finalizzato al rafforzamento delle competenze degli operatori delle cooperative sociali e al miglioramento della qualità dei servizi; il progetto “D-Learning” rivolto all’inserimento professionale dei disabili all’interno di una rete provinciale.
Il sindaco Gabriele Marchese ha dichiarato: “Tra i progetti presentati come esempi di buone prassi da estendere a livello regionale, c’è il progetto “I Mestieri Invisibili” che la Regione ha mostrato di voler prendere a modello finanziando “Donne ora visibili”, ovvero un prosieguo della precedente sperimentazione, puntando così, verso la direzione di un sistema regionale di servizi di cura alla persona.
Questo rappresenta uno dei casi in cui il nostro comune, pur essendo minore, è riuscito a farsi promotore di buone pratiche da esportare”.

Nessun commento:

Posta un commento

Visualizzazioni totali