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venerdì 20 dicembre 2013

STASERA A SAN SALVO "LU FOCHE DE SANDE TUMUASSE"

Nella notte più lunga dell'anno, la notte del solstizio d'inverno - 20/21 dicembre -, si ripete nel borgo antico di San Salvo l'ancestrale rito del Fuoco di San Tommaso (Lu Foche de Sande Tumuässe). Si tratta di un evento che risale alla cultura italico-romana quando i fuochi accesi nel solstizio invernale propiziavano il passaggio ad un nuovo ciclo agrario, quello contraddistinto dalla lenta ripresa della luce (del sole) sulle tenebre (della notte) e dal germoglio del grano che, dopo essere stato seminato e aver marcito nella terra, getta i suoi verdi steli e comincia a crescere promettendo già il raccolto dell'estate.
Il "Fuoco di San Tommaso" di San Salvo fa il paio con Le 'ndocce di Agnone, Le farchie di Tufillo e Montefalcone, Lu foche sande di Dogliola (con la differenza che questi ardono il 24/25 dicembre, solstizio d'inverno secondo il calendario di Giulio Cesare), eredità di culti tributati alla dea della terra Demetra o ad altre divinità affini.
Non è dunque casuale se nella chiesa di San Giuseppe in San Salvo, provenienti da Roma, giunsero - proprio in una notte del 20/21 dicembre - quella dell'anno 1745, le reliquie (donate dal papa Benedetto XIV) di San Vitale martire, che da allora sarebbe divenuto il Santo Patrono e Protettore cittadino. Un momento, dunque, doppiamente magico per i salvanesi che, nel fuoco, ogni anno vanno a cercare e a riannodare il filo che lega il presente al passato.
La tradizione, di recente riproposta dai comitati, vuole che la legna per il fuoco di San Tommaso sia raccolta presso le famiglie cittadine: un segno di partecipazione che alimenta lo spirito collettivo e che produce la festa, la gioia che nasce dalla consapevolezza delle radici comuni e che induce ad una rinnovata fiducia nel futuro.
L’accensione avverrà oggi alle ore 17.30 con la presenza del parroco della chiesa di San Giuseppe, don Raimondo Artese.

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