Nei giorni scorsi personale del Commissariato P.S. di Vasto, coordinato dal Dirigente Dr. Cesare Ciammaichella, ha eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare nei confronti di una giovane donna, residente nel vastese, per il reato di stalking.
La vicenda, protrattasi per circa un anno, vede protagonisti un uomo e una donna, i quali, l’uno per motivi lavorativi, l’altra per motivi di studio, si erano ritrovati a condividere lo stesso appartamento in una città dell’Abruzzo, unitamente ad altre persone.
Dopo pochi mesi di convivenza, la ragazza si era invaghita dell’uomo e aveva cercato in tutti i modi di conquistarlo.
Tra i due era capitato un “avvicinamento”, ma lui le aveva spiegato chiaramente di non essere interessato ad una relazione sentimentale e che l’episodio avvenuto tra loro era stato del tutto occasionale.
La donna però non si era data per vinta e con tutte le sue forze aveva cercato di intrufolarsi nella vita del giovane: entrava nella stanza ove lui dormiva, si poneva vicino il suo letto in piedi a guardarlo, oppure gli si avvinghiava nonostante lui le mostrasse tutto il suo fastidio.
Quando lui era assente dall’abitazione per lavoro, riempiva la sua stanza con foto e bigliettini, noncurante degli altri abitanti della casa.
Ormai esasperato da questo atteggiamento, capitava che il giovane rimanesse a dormire a casa di amici piuttosto che tornare nella propria abitazione.
La ragazza però non desisteva, lo tempestava di messaggi e di telefonate tanto da costringere la vittima a bloccare il numero di telefono e a rivolgersi alla Polizia.
La cosa sembrava essersi risolta con un Ammonimento del Questore in seguito al quale la donna aveva assicurato che non avrebbe più cercato il suo ormai ex – coinquilino.
Dopo pochi giorni dall’Ammonimento era invece tornata alla carica: lo pedinava, lo attendeva fuori dai locali dove l’uomo lavorava e appena lo vedeva gli si avvinghiava, nonostante la vittima facesse di tutto per allontanarla.
La vita del giovane era diventata un incubo. La ragazza, dopo aver studiato le sue abitudini, metteva in atto dei veri e propri agguati: si nascondeva dietro i cespugli dei giardini pubblici, l’aspettava per ore fuori dai locali, costringendolo a nascondersi per non essere visto e, appena si accorgeva di lui, iniziava a rincorrerlo.
Tutta la situazione aveva pesantemente condizionato lo stile di vita del giovane che, oltre ad aver abbandonato la casa ove abitava, era arrivato a spostarsi continuamente pur di non essere rintracciato.
La donna era disposta a tutto, telefonava continuamente anche agli amici di lui per informarsi dove fosse per poterlo incontrare. Neanche la madre del giovane, attraverso colloqui telefonici, l’aveva convinta a rinunciare.
Rilevata la gravità della situazione, che ormai limitava la libertà personale della vittima, il Giudice ha ritenuto necessaria l’applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa.
La donna, identificata per A.Z. di anni 28, deve mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla vittima, con il divieto di comunicare con quest’ultima con qualsiasi mezzo.
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