Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente ha manifestato l'intenzione di non indossare piu' la fascia tricolore per protestare contro la normativa fiscale che impone ai cittadini de L'Aquila di restituire il 100% delle tasse sospese dopo il terremoto, a partire dal prossimo gennaio. "Se, lunedi' prossimo, in sede di Commissione Finanze e Bilancio della Camera- ha detto Cialente nel corso di una conferenza stampa - non dovessero essere votati due emendamenti, il primo che riguarda la proroga di altri sei mesi del pagamento dei tributi, il secondo sul dilazionamento degli stessi in 24 rate per un arco temporale di dieci anni con una forfettizzazione del 40%. Non ce la facciamo - ha esclamato Cialente - a pagare tutte queste tasse. La mia gente, e parlo come primo cittadino, che prima di alzava tutte le mattine per andare a lavorare, non ha piu' il posto fisico dove lavorare ne' le abitazioni. Come facciamo a restituire per due anni 23 milioni di euro al mese, cosi' come ha previsto il Governo. Siamo dissanguati - ha proseguito Cialente - il Governo non ha capito cosa realmente e' successo il 6 aprile all' Aquila, non si tratta di una questione di schieramento politico ma di sopravvivenza della stessa comunita' aquilana, se devono lasciarci in questa situazione non indossero' piu' la fascia tricolore da sindaco, la restituiro' al capo dello Stato e la riprendero' solo quando vedro' che questo Paese ci e' vicino". Il sindaco ha criticato, fortemente, anche la scelta di non destinare i proventi dello scudo fiscale alle aree terremotate. Per il deputato del Pd, Giovanni Lolli, "si tratta di una zona franca al contrario". Gli emendamenti che verranno discussi lunedi' sono stati presentati oltre che dal Pd, Udc, Mpa, Idv e dal parlamentare Marcello De Angelis del Pdl.
da www.agi.it
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