Nicoletta Verì e Nicola Argirò in libera uscita dal Pdl verso Forza sud di Miccichè confermano le trattative, ma non ufficializzano ancora il passaggio.
Emilio Nasuti: anche lui in uscita da Fli verso la stessa sponda. Franco Caramanico in sofferenza da tempo con il Pd, medita l’approdo in Sinistra e libertà di Vendola, movimenti tellurici e riposizionamenti anche nei comuni di Pescara e di Chieti.
C’è un filo conduttore in tutte queste migrazioni, che non sono veri e propri cambi di casacca, visto che tutto sommato i consiglieri “insofferenti” restano nella stessa area politica. Con una piccola differenza: nel caso del Pdl il regista dell’operazione potrebbe essere il presidente Gianni Chiodi, alla ricerca di una sua maggioranza personale ed indipendente dai coordinatori Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano.
Per il Pd, dove non ci sono incarichi o vantaggi di nessun tipo da dividere, l’abbandono da parte di Caramanico potrebbe essere spiegato come una sua critica alla linea di opposizione poco aggressiva del suo partito.
Ed oggi ci sarà la sua decisione sul passaggio: alle 15 Caramanico, che è a Roma con Melilla, incontrerà Claudio Fava e sottoscriverà l’adesione a Sel.
Invece lo spostamento della Verì, di Argirò e forse di Nasuti (che in realtà si muove su più fronti e solo a fine settimana comunicherà la sua decisione) stava per essere definito martedì a pranzo, quando i consiglieri regionali, come ogni consiglio a Pescara, si sono visti in un noto ristorante di pesce. In un tavolo a parte, i tre aspiranti al passaggio hanno parlato (e mangiato pesce «per restare leggeri», conferma Nasuti) a lungo con una emissaria di Miccichè, ma alla fine non c’è stato il brindisi a suggellare il patto.
Se ne riparlerà nei prossimi giorni. Filtrano intanto i motivi politici che stanno alle spalle dell’abbandono del Pdl, così come ora si materializza in Abruzzo. C’è insofferenza per i metodi autoritari del coordinamento regionale.
«No, non sono uscita dal Pdl – conferma Nicoletta Verì – confermo però il disagio dei moderati che io rappresento nei confronti della gestione muscolare del partito. La mia mancata promozione ad assessore? Non c’entra nulla, da presidente della quinta commissione ho la possibilità di incidere sulla sanità e tanto mi basta. Ma il Pdl è stato colonizzato da forze che non sono espressione del tradizionale elettorato di Forza Italia».
Nasuti da sempre è in rotta con il coordinatore regionale Daniele Toto, così come con i precedenti responsabili regionali. In realtà è forte la sua delusione per non essere stato scelto da Gianfranco Fini a dirigere il partito in Abruzzo, nonostante sia stato il primo consigliere regionale ad aderire a Fli, ed il suo mal di pancia si è accentuato recentemente. Da Roma non arrivano infatti risposte sulla sua richiesta di sapere in che ruolo deve giocare la sua partita per Fli.
Un pò come Argirò, nauseato dal Pdl per la vicenda dell’assessorato fatto balenare fino all’ultimo momento e poi negato, ma non solo per questo.
«Ho chiesto un appuntamento con il senatore Quagliariello e prima di incontrarlo mi è stato spostato e rinviato più volte più volte – commenta amareggiato - Sono dispiaciuto di questo trattamento, perché siamo noi sul territorio a confrontarci con gli elettori per quello che si fa o non si fa alla Regione».
Emilio Nasuti: anche lui in uscita da Fli verso la stessa sponda. Franco Caramanico in sofferenza da tempo con il Pd, medita l’approdo in Sinistra e libertà di Vendola, movimenti tellurici e riposizionamenti anche nei comuni di Pescara e di Chieti.
C’è un filo conduttore in tutte queste migrazioni, che non sono veri e propri cambi di casacca, visto che tutto sommato i consiglieri “insofferenti” restano nella stessa area politica. Con una piccola differenza: nel caso del Pdl il regista dell’operazione potrebbe essere il presidente Gianni Chiodi, alla ricerca di una sua maggioranza personale ed indipendente dai coordinatori Filippo Piccone e Fabrizio Di Stefano.
Per il Pd, dove non ci sono incarichi o vantaggi di nessun tipo da dividere, l’abbandono da parte di Caramanico potrebbe essere spiegato come una sua critica alla linea di opposizione poco aggressiva del suo partito.
Ed oggi ci sarà la sua decisione sul passaggio: alle 15 Caramanico, che è a Roma con Melilla, incontrerà Claudio Fava e sottoscriverà l’adesione a Sel.
Invece lo spostamento della Verì, di Argirò e forse di Nasuti (che in realtà si muove su più fronti e solo a fine settimana comunicherà la sua decisione) stava per essere definito martedì a pranzo, quando i consiglieri regionali, come ogni consiglio a Pescara, si sono visti in un noto ristorante di pesce. In un tavolo a parte, i tre aspiranti al passaggio hanno parlato (e mangiato pesce «per restare leggeri», conferma Nasuti) a lungo con una emissaria di Miccichè, ma alla fine non c’è stato il brindisi a suggellare il patto.
Se ne riparlerà nei prossimi giorni. Filtrano intanto i motivi politici che stanno alle spalle dell’abbandono del Pdl, così come ora si materializza in Abruzzo. C’è insofferenza per i metodi autoritari del coordinamento regionale.
«No, non sono uscita dal Pdl – conferma Nicoletta Verì – confermo però il disagio dei moderati che io rappresento nei confronti della gestione muscolare del partito. La mia mancata promozione ad assessore? Non c’entra nulla, da presidente della quinta commissione ho la possibilità di incidere sulla sanità e tanto mi basta. Ma il Pdl è stato colonizzato da forze che non sono espressione del tradizionale elettorato di Forza Italia».
Nasuti da sempre è in rotta con il coordinatore regionale Daniele Toto, così come con i precedenti responsabili regionali. In realtà è forte la sua delusione per non essere stato scelto da Gianfranco Fini a dirigere il partito in Abruzzo, nonostante sia stato il primo consigliere regionale ad aderire a Fli, ed il suo mal di pancia si è accentuato recentemente. Da Roma non arrivano infatti risposte sulla sua richiesta di sapere in che ruolo deve giocare la sua partita per Fli.
Un pò come Argirò, nauseato dal Pdl per la vicenda dell’assessorato fatto balenare fino all’ultimo momento e poi negato, ma non solo per questo.
«Ho chiesto un appuntamento con il senatore Quagliariello e prima di incontrarlo mi è stato spostato e rinviato più volte più volte – commenta amareggiato - Sono dispiaciuto di questo trattamento, perché siamo noi sul territorio a confrontarci con gli elettori per quello che si fa o non si fa alla Regione».
da primadanoi.it
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